Per troppo tempo il concetto di accoglienza in ambito turistico è stato sovrapposto e confuso con quello di ricettività, ossia la capacità di ospitare un determinato numero di turisti. In realtà il vero concetto di accoglienza turistca non corrisponde ad una funzione quanto piuttosto ad un sistema di valori e punti di contatto che intervengono tra turista e territorio prima, durante e dopo la sua visita.
Il Piano Strategico di Rimini ha mappato i potenziali punti di contatto tra turista e territorio e delineato il processo di accoglienza turistica, suddiviso in tre fasi fondamentali dell’esperienza turistica: pre-experience, core experience e post-experience e rispondendo a due domande fondamentali: qual è oggi il significato di accoglienza turistica e a partire da quale momento la città dovrebbe diventare accogliente.
Questo lavoro ha dato vita al “Piano Integrato dell’Accoglienza turistica”, una matrice che individua nelle tre fasi esperienziali circa 70 occasioni di interazione tra visitatore e territorio e identifica una serie di valori, alcuni universali altri adattabili a seconda delle diverse realtà, sui quali costruire strategie per una concreta politica dell’accoglienza e l’ideazione di un proprio modello di città accogliente.
L’idea nasce dagli esiti delle attività del Laboratorio Turismo, che negli anni ha lavorato secondo il principio di partecipazione condivisa, metodologia propria di tutti i lavori del Piano Strategico. Il laboratorio ha coinvolto molteplici rappresentanti del settore turistico del territorio: albergatori, AIA Rimini ed altre associazioni di categoria del settore, Camera di Commercio, organizzatori di eventi, associazioni culturali e altri attori che, assieme ad esperti, hanno lavorato sulla base di un approccio fortemente innovativo.
Nell’attuale scena competitiva internazionale l’accoglienza non può limitarsi a semplici, seppur indispensabili, gesti di cortesia e cordialità, ma deve aprirsi ad un nuova visione che tenga conto dell’intero processo di interazione tra visitatore e territorio, composto da una serie di percezioni e punti di contatto sui quali il visitatore costruisce la propria opinione e, inevitabilmente, struttura la reputazione sulla città.
Per far fronte a questo nuovo scenario è necessario chiedersi da quale momento il prodotto turistico diventa tale: all’ingresso del visitatore nella nostra città oppure dal momento in cui la nostra città si inserisce tra le alternative di viaggio del nostro potenziale visitatore, che dà così inizio ad una approfondita ricerca di informazioni?
E, ancora, finisce quando il turista lascia la città o quando racconta la sua esperienza agli amici?
Il Piano Integrato dell’Accoglienzaturistica nasce a Rimini per ragioni sia di natura “storica” che “strutturale”.
La storia turistica di Rimini ha inizio nell’estate del 1843 quando tre ragazzi poco più che ventenni decidono di istituire il primo stabilimento privilegiato dei bagni di mare dell’Adriatico, proponendo un modello turistico che è in buona sostanza, quello di uno stabilimento termale trasferito a bordo del mare. Da questo spunto iniziale, l’amministrazione comunale dell’epoca comprende che adattando il modello di offerta alle esigenze di un pubblico più vasto e “contemporaneo” l’industria del turismo può determinare il futuro della città.
Tale modello è stato implementato e sfruttato fino alla fine degli anni ’70 quando anche Rimini ha iniziato ad avvertire gli scricchiolii del modello turistico “generalista” ed ha preferito dirigersi, – in parte per convinzione, in parte per necessità – verso la strada della diversificazione ossia la strada dei “nuovi turismi”.
La Riviera di Rimini, con 3 milioni di arrivi e 15 milioni di presenze, rappresenta oggi uno dei luoghi più frequentati d’Italia e d’Europa, al primo posto per intensità di presenze. È un modello turistico, quello riminese, che nonostante la crescita del settore a scala globale mostra, come molte altre destinazioni forti limiti che ne minano la tenuta.
Di fronte a questa crisi locale vi è però una diffusa consapevolezza che la strada da imboccare sia quella dell’innovazione attraverso l’individuazione di strumenti, azioni e trasformazioni che permettano alle migliaia di aziende che operano nel settore turistico riminese di continuare a competere su un mercato estremamente concorrenziale, proprio come un distretto industriale maturo alla ricerca di nuovi sbocchi, occasioni e modelli.
Il territorio riminese già da tempo sta avviando molteplici iniziative a sostegno dell’innovazione turistica con risultati che, in diversi casi, hanno già consentito di superare alcuni gap nei confronti di altre realtà della regione.
Welcoming Cities è infatti tra gli eventi di punta di Rimini Tourism Innovation Square, la grande piazza dell’innovazione turistica di Rimini, catalizzatore di idee, esperienze e opportunità progettuali e imprenditoriali che, grazie alle numerose attività che ospita, contribuisce a decretare Rimini il nuovo centro dell’innovazione turistica a livello mondiale.
Rimini Tourism Innovation Square è congiuntamente spazio dedito al confronto e alla cultura dell’innovazione turistica – grazie alle attività realizzate da Innovation Square – e acceleratore di startup per il turismo – Ideas Cube – guidato dal team del venture incubator M31 – Padova.
Welcoming Cities, Innovation Square e Ideas Cube fanno oggi di Rimini un polo unico di ideazione e sviluppo di concetti, idee e imprese per l’innovazione del turismo a livello mondiale.
Il turismo, oggi, si configura sempre più come un gioco di scambio tra identità di un luogo e quella di un individuo che sceglie di visitarlo. L’offerta del territorio si trasforma così in una combinazione di relazioni e servizi che consentono al visitatore di realizzare “esperienze”, attraverso le quali esercitare concretamente le proprie passioni e costruire nuovi ambiti e modelli relazionali. E’ noto che le relazioni sociali rivestono un ruolo piuttosto rilevante sul benessere degli individui e il turismo può contribuire alla realizzazione di questo stato di benessere grazie al recupero di quel tempo e di quelle relazioni che nella vita quotidiana spesso vengono trascurate. Questo scenario induce a ripensare al concetto di accoglienza turistica che, da fattore meramente funzionale dell’offerta turistica, assume un carattere valoriale mutando il suo significato in capacità di determinati luoghi di far sentire il turista “ben accolto”, ospite e parte della comunità, con l’effetto di enfatizzare il valore dell’esperienza che il turista sceglie di compiere.
L’adozione del piano offre alle città con una dichiarata vocazione turistica ma, più in generale, a tutte le città che vogliano porsi al visitatore e al cittadino in maniera più attrattiva, un “pannello di controllo” modulabile, uno strumento scientifico a disposizione della pubblica amministrazione e degli operatori del settore che consente loro di appurare, gestire e direzionare, sia in termini qualitativi che quantitativi, il processo di accoglienza turistica della propria città e definire un orizzonte comune per l’intero territorio con un sistema di obiettivi chiari e condivisi.